Il problema principale che si pone nel pomodoro in conserva è l’utilizzo delle linee produttive per altri preparati a base di pomodoro, quali possono essere i sughi pronti, molto diffusi sia in Italia che all’estero, oppure la lavorazione del ketchup. I sughi pronti, come si può notare semplicemente curiosando negli scaffali dei supermercati, sono spesso preparati con carne, pesce e formaggi.
Anche quelli alle verdure, ad as. quelli alle melanzane, possono avere problemi di kashrùt poiché possono essere trattati con l’aceto, classico ingrediente non kashèr perché derivato dal vino, senza che esso venga riportato nella lista degli ingredienti. Anche il ketchup, nella stragrande maggioranza dei casi, ha l’aceto tra i suoi ingredienti principali.
Aziende che vendono semplicemente pomodori pelati o passata di pomodoro possono quindi produrre nelle stesse linee prodotti non kashèr, rappresentando una reale problema di kashrut. La soluzione in assenza di alternative, come quella ovvia di acquistare prodotti certificati o autorizzati esplicitamente, può essere quella di controllare il numero del lotto impresso sulla confezione, che ci rivela la data di produzione.
Questo perché la raccolta del pomodoro avviene dalla metà di luglio alla fine di settembre, periodo in cui le aziende si devono concentrare sulla lavorazione esclusiva dello stesso, data la mancanza di tempo. Abbiamo quindi la quasi certezza che in tale periodo non vengono prodotti alimenti a base di pomodoro che creano problemi di kashrùt alle linee.
Esempio pratico: Sul tappo di una confezione di passata di pomodoro si legge il seguente codice (numero di lotto): LU218 19:23 08/2024
Ossia:
L sta per lotto
U è l’anno 2021
218 è il numero del giorno dell’anno: 6 agosto
19:23 è l’ora in cui la confezione è stata chiusa e pastorizzata
08/2024 è la data di scadenza, di norma 2 o 3 anni dopo la data di produzione, in base al genere di prodotto.
Conclusione: Questa confezione è stata prodotta durante la campagna del pomodoro ed è quindi da ritenersi kashèr.
I prodotti che espongono, dopo le due lettere in maiuscolo, numeri da 200 a 270 circa, riteniamo siano Kashèr.
Dove il numero di lotto non viene riportato sulla confezione fa fede la data di scadenza: se è compresa tra la metà di luglio e la fine di settembre possiamo considerare il prodotto kashèr.
La certezza assoluta che il prodotto sia Kasher non è però garantita, in quanto le stesse linee di produzione lavorano fuori campagna alimenti non Kasher, e molte parti degli impianti in uso non subiscono un lavaggio che faccia presupporre che la linea sia Kasherizzata.
Certificazione Kosker
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