Pessach è una festività ebraica caratterizzata da una serie di norme proprie soltanto ad essa.
Tali norme si suddividono in due categorie: positive, ossia leggi che bisogna eseguire, e negative, ossia divieti da cui bisogna astenersi.
In questo contesto ci soffermeremo soltanto sui divieti fondamentali, essendo essi strettamente connessi con le norme alimentari che caratterizzano la festa di Péssach:
Il divieto di mangiare chamètz (cibo lievitato) durante tutti i sette giorni della festa e fuori da Israele anche nell’ottavo, a partire dal mattino del 14 del mese di nissàn.
Il divieto di mangiare cibi contenenti chamètz o derivati per tutti i sette o gli otto giorni di Péssach.
Non si può né avere in casa né possedere chamètz durante tutta la festa, neppure se è nascosto.
Chamètz
Il divieto del chamètz si applica solo su alimenti derivati da i cinque cereali, ossia grano, orzo, avena, segale e farro, che diventano chamètz a contatto con l’acqua. Calore e additivi possono accellerare il processo di lievitazione. Alcuni esempi di cibi vietati sono: birra, biscotti, pane, torte, cereali, farina, pasta e whiskey. La produzione della matzà, il pane azzimo, richiede quindi una stretta supervisione rabbinica.
Kitniyòt
Un’altra categoria di cibi vietati sono i legumi, in ebraico kitniyòt.
Il Codice della Legge Ebraica (tomo Orach Chayìm paragrafo 453) definisce le kitniyòt come ciò che può essere macinato fino a essere reso farina e cotto o cucinato come il chamètz.
Esse però non ne hanno lo stesso status legislativo.
Rabbi Yossèf Caro autorizza infatti la consumazione di kitniyòt a Péssach e quindi le comunità sefardite, che ne seguono le decisioni, ne possono fare uso. Rabbi Moshé Isserlis, invece, proibisce le kitniyòt a Péssach e quindi gli ebrei ashkenaziti non ne consumano.
In ogni caso, il divieto delle kitniyòt è meno restrittivo di quello del chamètz. Si possono ad esempio usare alcuni articoli contenenti kitniyòt, quali il dentrificio, cibo per animali, medicine… Vi sono diverse opinioni riguardo al fatto di considerare kitniyòt anche i loro derivati, quali ad esempio l’olio di semi di soia o di granoturco.
Non tutti concordano anche sulla problematica posta dalle arachidi. La Corte Rabbinica di Johannesburg, ad esempio, le ha sempre considerate non kitniyòt e quindi il burro o l’olio di arachidi possono essere usati. Si tenga però conto che benché tale corte rabbinica abbia decretato che si possono usare i derivati delle kitniyòt, si devono prendere in considerazione anche altri pareri e quindi non farne uso quando possibile. In ogni caso, sul timbro o etichetta kosher riportato sulla confezione deve essere segnalata la presenza di kitniyòt o derivati fra gli ingredienti.
Esempi di kitniyòt, cibi contenenti kitniyòt o loro derivati
Acido Ascorbico
Acido Citrico
Amido di Mais
Ascorbato di Calcio
Ceci
Destrosio
Fagioli
Fave
Glassa
Glucosio
Granoturco
Lecitina
Piselli
Prodotti a base di Soia
Riso
Semi di Cumino
Semi di Girasole
Semi di Sesamo
Senape
Soia
Tofu
Zucchero di Ricino
Certificazione Kosker
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